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Saturday, Jul 05, 2025

Il Primo Ministro ungherese critica il supporto dell'UE per l'adesione dell'Ucraina.

Viktor Orbán esprime opposizione all'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea in mezzo al conflitto in corso.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha espresso una forte opposizione al sostegno dell'Unione Europea alla candidatura dell'Ucraina per unirsi al blocco.

Durante recenti dichiarazioni, ha criticato i leader dell'UE per quella che percepisce come una mancanza di considerazione per il sentimento pubblico riguardo al conflitto in corso in Ucraina.

Orbán ha articolato una posizione che riflette una maggiore preoccupazione all'interno di diverse nazioni europee riguardo all'escalation del coinvolgimento militare e alle conseguenze economiche risultanti dalla guerra.

Ha sottolineato che la popolazione generale in Europa è incline alla pace, affermando: "L'Europa non vuole guerra.

L'Europa non vuole rovina economica."

Le osservazioni di Orbán arrivano in un momento in cui l'UE sta discutendo attivamente su una maggiore integrazione con l'Ucraina, in particolare alla luce delle continue lotte militari e politiche di quest'ultima contro l'aggressione esterna.

I sostenitori della candidatura dell'Ucraina all'UE sostengono che legami più profondi con l'Europa siano essenziali non solo per la stabilità dell'Ucraina, ma anche per la sicurezza regionale e i valori democratici.

Tuttavia, i commenti di Orbán sottolineano le divisioni all'interno dell'UE riguardo al ritmo e alla natura dell'integrazione europea dell'Ucraina.

L'Ungheria, sotto la leadership di Orbán, ha mantenuto una relazione complessa sia con l'Ucraina che con l'UE, esprimendo spesso scetticismo riguardo a politiche che rischiano di provocare ulteriori conflitti o difficoltà economiche.

Mentre le discussioni continuano all'interno delle istituzioni dell'UE sul futuro dell'Ucraina, la posizione di Orbán attira l'attenzione sulle sfide affrontate dai leader europei nell'equilibrare strategie geopolitiche con l'opinione pubblica interna, riflettendo un momento critico nell'approccio del blocco verso i suoi vicini orientali.
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