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Wednesday, Jan 15, 2025

Aumento allarmante dei suicidi tra i detenuti nelle carceri italiane.

Aumento allarmante dei suicidi tra i detenuti nelle carceri italiane.

Una crisi si sviluppa poiché le carceri sovraffollate assistono a un aumento dei tassi di suicidio, sollevando preoccupazioni per i diritti umani.
Il sistema carcerario italiano sta affrontando un preoccupante aumento dei suicidi, con otto detenuti che si sono tolti la vita nelle prime due settimane del nuovo anno, un aumento netto rispetto agli anni precedenti.

La situazione ha attirato l'attenzione nazionale e internazionale sulle sfide persistenti all'interno del sistema penale italiano, aggravate da un sovraffollamento cronico, risorse insufficienti e negligenza sistemica.

I rapporti indicano che la media dei suicidi dietro le sbarre è di uno ogni due giorni, un fatto angoscioso sottolineato dall'inclusione dei "decessi sospetti" che aumentano ulteriormente questa triste statistica.

Le cifre attuali sono in netto contrasto con lo stesso periodo dell'anno scorso, quando sono stati registrati solo tre incidenti, e ancora di più con un solo caso due anni fa.

Mario Serio, una voce di spicco del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, ha sottolineato la gravità della situazione, avvertendo che la continuazione di questa tendenza potrebbe far raddoppiare i numeri del 2024, anno in cui le carceri italiane hanno registrato 83 suicidi e 18 casi sospetti.

"Questo è solo la punta dell'iceberg", ha osservato Serio, indicando l'angoscia e la sofferenza diffuse in tutti gli istituti penitenziari italiani.

A peggiorare la tragedia c'è il grave problema del sovraffollamento.

A partire dal 16 dicembre 2024, il sistema carcerario operava a una capacità media del 132,6%, ospitando 62.153 detenuti contro una capacità effettiva di circa 47.000.

Alcune istituzioni segnalano un sovraffollamento ancora più grave, come il San Vittore di Milano al 225% e il Canton Monbello di Brescia al 205%.

Nonostante i tentativi legislativi come la recente legge delle "carceri vuote", queste misure non sono riuscite ad alleviare la pressione.

Un numero significativo di carceri, precisamente 59, continua a operare con più del 150% della loro capacità.

Queste strutture sovraffollate spesso mancano di personale adeguato, progetti e servizi, rendendole spazi inospitali per la riabilitazione.

Il tragico modello dei suicidi è prevalente in tutto il paese, da Roma e Firenze a Cagliari e Bologna.

Il periodo ha visto una serie di incidenti strazianti, iniziando con un uomo moldavo di 37 anni, tragicamente coincisi con il discorso di Capodanno del presidente Sergio Mattarella, in cui ha denunciato le "condizioni inaccettabili" delle carceri italiane.

Meno di 24 ore dopo, un altro incidente si è verificato a Bologna.

Un caso particolarmente inquietante ha coinvolto un detenuto egiziano di 25 anni a Firenze, che aveva una storia di autolesionismo ed era noto per essere a rischio.

Nonostante precedenti tentativi contro la propria vita, le misure per prevenire tale esito si sono rivelate evidentemente inadeguate.

In una triste rivelazione, due suicidi sono avvenuti nella stessa struttura nell'arco di una settimana, evidenziando l'urgenza della crisi.

Queste morti riflettono un fallimento sistemico nell'affrontare i problemi di salute mentale e nell'assicurare adeguate misure per proteggere gli individui vulnerabili.

In mezzo a questa crisi, il governo italiano, sotto la guida del Primo Ministro Giorgia Meloni, ha optato contro l'implementazione di misure di amnistia o indulto.

Invece, l'amministrazione sta concentrando gli sforzi su nuovi progetti di infrastrutture carcerarie, con la nuova legislazione sulla sicurezza imminente che sta suscitando timori di ulteriore criminalizzazione all'interno del sistema.

Papa Francesco, sostenendo il trattamento umano dei detenuti, ha chiesto "forme di amnistia" o "regolazioni delle pene" per ripristinare la dignità e la fiducia pubblica, un appello che non ha ancora influenzato la politica governativa.

Nel frattempo, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha proposto la costruzione di complessi abitativi per stranieri senza residenza fissa, scatenando ulteriori dibattiti sull'approccio dell'Italia alla riforma penale.

La situazione in corso riflette le sfide profondamente radicate che affronta il sistema penale italiano, evidenziando l'urgente necessità di una riforma globale e dell'attenzione internazionale sui diritti umani.
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