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Sunday, Jan 12, 2025

Il sistema sanitario italiano affronta una costosa dipendenza dai liberi professionisti.

Il sistema sanitario italiano affronta una costosa dipendenza dai liberi professionisti.

Una tendenza crescente nella spesa pubblica per la sanità poiché gli ospedali si rivolgono a medici freelance in mezzo a una critica carenza di personale, spingendo il governo a nuove riforme.
Il settore sanitario pubblico italiano sta affrontando una spesa crescente che si avvicina a un miliardo di euro all'anno per i servizi dei cosiddetti 'gettonisti': medici freelance a contratto.

Questa spesa, stimata quasi il doppio tra il 2022 e il 2023, evidenzia la crescente dipendenza da professionisti medici esterni forniti da cooperative come risposta a gravi carenze di personale negli ospedali.

Secondo Pierino Di Silverio, leader dell'Anaao, il principale sindacato medico, il costo per saldare questi servizi da parte delle entità regionali è destinato a persistere, se non ad aumentare, fino al 2024.

Senza questi collaboratori, molte strutture sanitarie avrebbero difficoltà a mantenere i livelli operativi.

Questa tendenza è in parte dovuta ai medici che si dimettono da ruoli ospedalieri a tempo indeterminato a favore di opportunità freelance più redditizie, dove possono guadagnare fino al 30% in più, accompagnati da migliori condizioni di lavoro.

Il governo italiano, guidato dal Primo Ministro Giorgia Meloni, sta affrontando queste inefficienze con cambiamenti legislativi mirati a frenare la spesa sprecona e affrontare le sfide organizzative di lunga data all'interno del sistema sanitario nazionale.

Il settore sanitario pubblico soffre di una carenza di 15.000 medici e oltre 60.000 infermieri, aggravata da fattori come il numerus clausus—un limite di iscrizione nelle scuole di medicina—il carico di lavoro accelerato post-COVID, i tagli di bilancio e il blocco del turnover implementati negli anni 2000, e una lenta progressione salariale.

Solo nel 2023, 5.000 medici si sono dimessi da posizioni ospedaliere pubbliche in tutta Italia, un aumento significativo rispetto ai 3.600 abbandoni dell'anno precedente.

Contemporaneamente, un terzo delle borse di studio destinate a sostenere la specializzazione medica sono rimaste non reclamate.

Le cause profonde di questa situazione includono un aumento di dieci volte del numero di medici che escono dal servizio sanitario nazionale negli ultimi cinque anni.

Un'indagine dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) indica che tra il 2019 e il 2022, le regioni hanno speso quasi 1,7 miliardi di euro in servizi medici esternalizzati, dominati da circa 30 cooperative, con un piccolo numero che domina il mercato in regioni chiave come Lombardia, Piemonte, Abruzzo e Veneto.

La spesa per questi servizi equivale al 2,5% del budget totale per il personale sanitario nazionale, una cifra apparentemente piccola che rappresenta comunque una somma significativa che, come sottolinea Di Silverio, potrebbe altrimenti sostenere l'assunzione di 25.000 professionisti medici aggiuntivi.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha evidenziato questo problema durante una sessione con la Commissione Affari Sociali del Parlamento.

Ha notato che negli ultimi 11 anni c'è stata una riduzione di 28 miliardi di euro nella spesa per dipendenti sanitari, mentre le spese per i 'gettonisti' sono raddoppiate nel periodo riportato.

In risposta, il Ministro della Salute Orazio Schillaci sta sostenendo un aumento dei salari per i medici ospedalieri.

Dal 2025, l'uso di appaltatori freelance sarà limitato a circostanze 'urgenti e necessarie', con tariffe orarie massime per medici e infermieri.

Regioni come Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Lazio stanno sperimentando soluzioni locali per alleviare le pressioni immediate e migliorare la stabilità della forza lavoro.

Queste iniziative rappresentano uno sforzo critico per ripristinare la sostenibilità nel settore sanitario italiano, le cui sfide rispecchiano tendenze più ampie di pressioni sulla forza lavoro nei sistemi sanitari pubblici a livello globale.
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