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Sunday, Mar 09, 2025

L'Italia si muove per rafforzare il quadro giuridico contro la violenza di genere.

L'Italia si muove per rafforzare il quadro giuridico contro la violenza di genere.

Una nuova legislazione introduce il femminicidio come reato autonomo e aumenta le pene per la violenza domestica.
Il governo italiano sta avanzando sforzi per combattere la violenza di genere con un nuovo disegno di legge che introduce il femminicidio come reato a sé stante.

Questa iniziativa arriva in vista della Giornata Internazionale della Donna dell'8 marzo e mira a fornire una maggiore protezione alle vittime e affrontare il problema persistentemente attuale della violenza contro le donne.

La legislazione proposta stabilisce che chiunque causi la morte di una donna come atto di discriminazione o odio basato sul suo genere, o per reprimere i suoi diritti o le sue libertà, affronterà l'ergastolo.

Nei casi in cui questa motivazione specifica non sia presente, si applicheranno le leggi esistenti ai sensi dell'articolo 575 del Codice Penale Italiano, imponendo una pena minima di 21 anni.

Inoltre, il disegno di legge aumenta le pene per la violenza domestica; le condanne possono essere aumentate di un terzo a metà quando il crimine è motivato da discriminazione o odio nei confronti della vittima a causa del suo genere.

Questo inasprimento della pena si applica anche ai casi di minacce e revenge porn, con pene più elevate per questi reati.

Il disegno prevede disposizioni per aumentare i requisiti di formazione per i pubblici ministeri nella gestione di casi relativi alla violenza di genere e domestica.

Questa formazione è progettata per prevenire la vittimizzazione secondaria e si prevede che tenga conto del trauma e dell'età delle vittime, enfatizzando la collaborazione efficace con le organizzazioni che operano nel campo della prevenzione e risposta alla violenza.

I pubblici ministeri saranno anche obbligati ad ascoltare direttamente le vittime nei casi specificati dal nuovo quadro giuridico, invece di delegare questa responsabilità alle forze dell'ordine come avveniva in precedenti pratiche.

Questa spinta legislativa segue il precedente inasprimento delle misure legali ai sensi della legge Rocca, Nordio e Valditara, che aveva già stabilito misure precauzionali più severe, tra cui il monitoraggio elettronico, l'allontanamento obbligatorio dalle vittime e disposizioni per l'arresto nei casi di violenza domestica.

Il governo mira ad accelerare i tempi di risposta per i processi legali riguardanti i casi di violenza domestica, attingendo ai risultati della Corte Europea dei Diritti Umani.

Nuove misure stabiliscono che i pubblici ministeri devono valutare i rischi e determinare le precauzioni necessarie entro 30 giorni e che i giudici devono agire su queste raccomandazioni entro ulteriori 30 giorni.

Inoltre, le vittime o i loro eredi legali che si trovano in difficoltà economiche possono richiedere pagamenti provvisori per danni, consentendo un supporto finanziario immediato senza dover attendere la decisione finale del tribunale.

Il Partito Democratico ha espresso che, sebbene rendere il femminicidio un reato specifico sia un passo nella giusta direzione, non affronta le questioni sottostanti dell'autonomia economica e sociale per le donne.

I rappresentanti del partito hanno indicato che interventi strutturali per dare potere alle donne economicamente sono cruciali per una genuina prevenzione della violenza.

La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che la nuova legge rappresenta un progresso significativo nella risposta del governo alla violenza contro le donne, evidenziando l'introduzione del femminicidio come crimine autonomo con relative pene, volto a rafforzare il quadro giuridico a protezione delle vittime.

Il Ministro per le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha definito la nuova legislazione come un tentativo di avviare un cambiamento culturale riguardo alla percezione della violenza di genere e ha affermato l'impegno del governo nell'affrontare in modo completo la violenza contro le donne.

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha caratterizzato l'approvazione del femminicidio come nuovo crimine autonomo come un momento storico per il quadro giuridico italiano, passando dal considerarlo semplicemente come un fattore aggravante nei casi di omicidio.

Questo cambiamento mira a fornire una via legale più chiara per le vittime e a prevenire le complessità derivanti dal confronto tra fattori attenuanti e aggravanti.

Inoltre, il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato l'importanza di limitare l'accesso ai benefici penitenziari per coloro che sono stati condannati ai sensi delle nuove leggi, rafforzando l'impegno dello stato a migliorare le misure di protezione contro la violenza domestica.

I leader istituzionali, tra cui il Ministro per le Riforme Istituzionali Elisabetta Casellati, hanno sottolineato la necessità di distinguere il femminicidio come un crimine che riflette profondi fattori sociali e storici di disuguaglianza e discriminazione contro le donne.

La legge mira ad affrontare le dinamiche di potere asimmetriche prevalenti nelle relazioni tra uomini e donne, mirando a una trasformazione culturale insieme alla riforma legale.
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