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Thursday, May 15, 2025

Acciaierie d'Italia chiede la cassa integrazione per quasi 4.000 lavoratori a seguito del calo della produzione.

Acciaierie d'Italia chiede la cassa integrazione per quasi 4.000 lavoratori a seguito del calo della produzione.

Significativa diminuzione della produzione a Taranto a causa di un incidente industriale solleva preoccupazioni sulla stabilità della forza lavoro.
Acciaierie d'Italia, la società che operava sotto l'ex stabilimento statale Ilva, ha formalmente richiesto misure di cassa integrazione per 3.926 lavoratori, di cui 3.538 specificamente nello stabilimento di Taranto.

Questo passo segue una drastica riduzione della produzione di acciaio, riportata a metà, dopo un incidente del 7 maggio che ha coinvolto un incendio causato dall'esplosione di un tubo nell'Altoforno 1, portando al sequestro giudiziario del sito.

L'incidente ha gravemente colpito lo stabilimento di Taranto, che stava già vivendo livelli di produzione storicamente bassi.

Acciaierie d'Italia sostiene che l'autorizzazione giudiziaria necessaria per interventi urgenti di sicurezza sia stata ritardata, essendo stata concessa solo nel pomeriggio di sabato precedente la richiesta, il che ha notevolmente ostacolato gli sforzi di risposta della compagnia.

Questi lavori critici, che Acciaierie afferma fossero essenziali per mettere in sicurezza lo stabilimento, avrebbero dovuto essere eseguiti entro 48 ore dall'incidente, ma l'effettivo inizio di queste attività non è potuto procedere fino al 12 maggio.

Oltre ai lavoratori di Taranto, le richieste di cassa integrazione includono anche 178 dipendenti dello stabilimento di Genova, 165 di Novi Ligure e 45 di Racconigi.

La richiesta di sospensioni temporanee arriva in un momento critico, poiché coincide con le imminenti elezioni comunali a Taranto e le discussioni in corso riguardo alla possibile vendita dello stabilimento.

Il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha commentato i ritardi riguardanti le autorizzazioni, descrivendo l'Altoforno 1 come 'probabilmente compromesso'. Prima dell'incidente, Acciaierie d'Italia aveva stabilito un accordo quadro con i sindacati il 4 marzo, delineando un massimo di 3.062 lavoratori idonei per cassa integrazione in rotazione tra una forza lavoro di quasi 10.000, inclusi circa 2.680 a Taranto su circa 8.000 membri del personale.

Attualmente, i numeri della cassa integrazione a Taranto erano stati mantenuti al di sotto di 2.000 poiché due altoforni (1 e 4) erano operativi.

L'azienda ha previsto obiettivi di produzione di 4 milioni di tonnellate per il 2025, un significativo aumento rispetto ai 2 milioni di tonnellate prodotti nell'anno precedente.
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