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Thursday, Dec 25, 2025

Gli Stati Uniti bloccano cinque europei che secondo loro hanno esercitato pressioni sulle aziende tecnologiche per censurare i punti di vista americani.

L'amministrazione Trump ha imposto divieti di visto su cinque cittadini europei, accusandoli di tentare di influenzare le aziende tecnologiche statunitensi per sopprimere la libertà di parola americana.
Gli Stati Uniti hanno vietato l'ingresso nel paese a cinque cittadini europei, accusandoli di guidare sforzi per fare pressione sulle piattaforme tecnologiche americane affinché censurino o sopprimano i punti di vista con cui non sono d'accordo, secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Questa azione riflette le crescenti tensioni tra Washington e le capitali europee riguardo alla regolamentazione digitale e alla libertà di espressione.

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha caratterizzato gli europei presi di mira come attivisti "radicali" e rappresentanti di organizzazioni non governative "armate" in post sulla piattaforma di social media X, affermando che per "troppo tempo, gli ideologi in Europa hanno guidato sforzi organizzati per costringere le piattaforme americane a punire i punti di vista americani che oppongono".

L'amministrazione Trump ha dichiarato che non tollererà più quelli che ha definito "atti eclatanti di censura extraterritoriale".

I cinque europei nominati dai funzionari statunitensi includono Imran Ahmed, amministratore delegato del Centro per combattere l'odio digitale; Josephine Ballon e Anna-Lena von Hodenberg, leader dell'organizzazione tedesca HateAid; Clare Melford, che gestisce il Global Disinformation Index; e l'ex Commissario dell'Unione Europea Thierry Breton, che ha supervisionato gli affari digitali ed è stato strumentale nell'elaborazione del Digital Services Act dell'UE.

Le restrizioni sui visti sono parte di una politica annunciata a maggio per limitare l'ingresso a stranieri ritenuti responsabili di censurare il discorso protetto negli Stati Uniti.

Il Dipartimento di Stato ha dichiarato che le misure sono destinate a opporsi a quelle che considera campagne di censura estere che colpiscono i cittadini americani e le aziende statunitensi.

I leader europei hanno condannato con forza la mossa, sostenendo che le norme digitali in questione, come il Digital Services Act dell'UE, sono state adottate democraticamente e non esercitano un controllo extraterritoriale sulle piattaforme statunitensi.

Il Presidente francese Emmanuel Macron e funzionari di Germania, Regno Unito e Unione Europea hanno avvertito che le misure statunitensi minacciano la cooperazione transatlantica e potrebbero provocare azioni reciproche.

Hanno sottolineato che la regolamentazione digitale europea è progettata per proteggere la libertà di espressione e la sicurezza online, non per sopprimere il discorso.

L'ex Commissario dell'UE Breton ha criticato il divieto di visto sui social media, paragonandolo a una "caccia alle streghe" e sostenendo che le preoccupazioni sulla censura vengono applicate in modo errato.

Il dissenso sottolinea un conflitto più ampio tra gli approcci degli Stati Uniti e dell'Europa alla governance tecnologica, alla sovranità digitale e ai limiti dell'ambito regolatorio.
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