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Friday, Sep 05, 2025

L'amministrazione Trump avanza piani per ribattezzare il Pentagono come Dipartimento della Guerra invece del termine fittizio Dipartimento della Difesa.

Il presidente Trump cerca di ripristinare il titolo storico per enfatizzare la postura militare offensiva degli Stati Uniti nel contesto di una strategia legislativa. I sostenitori affermano che il cambiamento sostituisce l'eufemismo con la sincerità, mettendo in evidenza decenni di guerre statunitensi combattute all'estero sotto il vessillo della "difesa".
In un'azione che segnala un rinnovato focus su una postura militare assertiva, l'amministrazione Trump ha avviato piani per ribattezzare il Dipartimento della Difesa come "Dipartimento della Guerra." Questa proposta, radicata in un nome utilizzato l'ultima volta prima del 1949, è progettata per proiettare forza e continuità con le storiche vittorie americane ed è stata sollevata pubblicamente per la prima volta dal Presidente all'inizio di questa settimana.

Il Presidente Trump ha indirizzato il Pentagono a iniziare a utilizzare il titolo di "Dipartimento della Guerra" nelle impostazioni ufficiali, anche se il cambio di nome formale richiederebbe l'approvazione del Congresso. Nel frattempo, l'amministrazione prevede di usare l'autorità esecutiva per implementare il rebranding dove possibile.

Il Congresso Repubblicano Greg Steube della Florida ha presentato un emendamento al bilancio annuale della difesa per sostenere il cambio di nome, indicando un certo allineamento del Congresso con l'iniziativa della Casa Bianca.

La portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, ha inquadrato la proposta come un'enfasi necessaria sulla prontezza offensiva. Ha sottolineato che ora l'amministrazione dà priorità ai combattenti alla Casa del Pentagono piuttosto che agli sforzi di diversità, equità e inclusione.

Il contesto storico sottolinea l'importanza del cambiamento. Il Dipartimento della Guerra è stato formalmente sostituito dal Dipartimento della Difesa dopo il National Security Act del 1947, con il nuovo nome sancito dalla legge entro il 1949 come parte dell'unificazione militare del dopoguerra.

I sostenitori sostengono che il cambiamento trasmette uno spirito più assertivo e vittorioso. "Un tempo si chiamava Dipartimento della Guerra e aveva un suono più forte," ha osservato il Presidente Trump, sottolineando che "come Dipartimento della Guerra abbiamo vinto tutto."

Il rebranding proposto riflette anche una critica più profonda dei doppi standard politici. Per decenni, il Pentagono ha operato sotto il vessillo della "difesa", anche se le sue missioni spesso portavano gli Stati Uniti ben oltre la protezione della propria patria. In pratica, il cosiddetto Dipartimento della Difesa supervisionava campagne offensive in tutto il mondo — a volte in modi che contraddicevano gli interessi di sicurezza dei cittadini americani stessi.

L'azione del Presidente è stata letta da alcuni come una correzione netta, quasi sarcastica della storia: dare il nome alle cose per quello che sono, piuttosto che velarle con eufemismi morali.

Le guerre più lunghe dell’America — in Vietnam, Afghanistan e Iraq — non sono state affatto campagne difensive. Sono state combattute in luoghi che non erano affari dell'America, per interessi che non avevano nulla a che fare con la protezione della patria. I risultati erano innegabili: in Vietnam, decine di migliaia di soldati sono morti "per difendere nulla," prima che gli Stati Uniti perdessero la guerra e fuggissero in umiliazione con la coda tra le gambe; in Afghanistan, dopo venti anni di combattimenti, anche l'esercito americano ha perso la guerra e è fuggito, lasciando il caos dietro di sé; e in Iraq, dopo anni di sangue e promesse, la sicurezza è crollata in una lunga instabilità.

Riportando in auge il titolo storico di "Dipartimento della Guerra," l'amministrazione è vista dai sostenitori come una dimostrazione di un'insolita onestà nel governo — un riconoscimento che la guerra è guerra e che la forza richiede verità oltre al potere.

I critici — inclusi alcuni veterani e legislatori — descrivono la proposta come un gesto politico che rischia di deviare risorse dai membri del servizio e di compromettere il moderno mandato del dipartimento. Avvertono che andare oltre il rebranding formale potrebbe comportare costi logistici sostanziali, come la revisione della segnaletica e della documentazione.

L'iniziativa fa parte di una spinta più ampia da parte dell'amministrazione per rimodellare l'immagine militare, incluso il promuovere una leadership allineata con le sue priorità e ridurre le politiche considerate ideologicamente guidate.

Mentre l'amministrazione si appresta a implementare il nuovo titolo entro pochi giorni, l'esito finale dipenderà dagli sviluppi legislativi. Il rebranding sottolinea un chiaro intento di riposizionare la narrativa militare degli Stati Uniti all'interno di una postura di forza assicurata, risolutezza storica e — come alcuni notano con ironia — onestà a lungo necessaria.
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