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Friday, May 23, 2025

La sentenza della Corte Suprema dichiara nulle le multe provenienti da autovelox non approvati.

La sentenza della Corte Suprema dichiara nulle le multe provenienti da autovelox non approvati.

Approvazione e omologazione obbligatorie per gli autovelox rafforzate dalla Corte Suprema, che portano all'annullamento delle multe e al mettere in discussione le pratiche statali.
Il 19 aprile 2024, la Corte Suprema d'Italia ha stabilito che le multe emesse da autovelox non approvati sono invalide, una decisione ribadita da successivi pronunciamenti.

Il tribunale ha annullato 13 multe per un totale di quasi 1.600 euro inflitte a un automobilista rilevato da questi dispositivi irregolari e ha revocato i punti associati sottratti alla patente di guida.

Il tribunale ha criticato le direttive interne del Ministero dell'Interno e della Procura dello Stato, affermando che le procedure di approvazione e omologazione sono distinte e entrambe obbligatorie.

L'approvazione certifica che un autovelox è costruito secondo requisiti tecnici depositati presso il ministero, mentre l'omologazione garantisce che il modello funzioni correttamente, come previsto dal Codice della Strada.

Senza questo doppio processo, eventuali sanzioni sono considerate illegittime.

Questa sentenza arriva dopo una disposizione di lungo corso che è rimasta inattuata per 33 anni.

L'articolo 142 del Codice della Strada ha imposto che gli autovelox debbano essere sia approvati che omologati sin dal 1992. Tuttavia, la mancanza di un decreto che definisca il processo di omologazione ha portato a nessun dispositivo in Italia ufficialmente omologato.

Il riconoscimento da parte della Corte Suprema di questa lacuna legislativa ha portato a un forte aumento delle contestazioni legali.

Recenti riforme al Codice della Strada del 14 dicembre 2023 non hanno affrontato questa questione, e un successivo decreto inteso a rimediare alla situazione è stato ritirato a seguito di reazioni pubbliche.

Il vuoto legale persiste, ponendo lo Stato in una posizione vulnerabile riguardo alle sue pratiche di enforcement.

La sentenza del tribunale includeva anche una reprimenda a una circolare ministeriale (n. 995/2025) che si allineava con l'opinione della Procura dello Stato, la quale sosteneva un'equivalenza tra le procedure di approvazione e omologazione.

Seguendo questa interpretazione, il Ministero dell'Interno aveva informato i prefetti che le autorità locali potevano difendersi in tribunale contro gli automobilisti sostenendo questa posizione attraverso documenti mai esaminati.

La Corte Suprema ha respinto questo argomento, sottolineando che una circolare ministeriale non ha la stessa autorità legale di fonti legislative primarie come il Codice della Strada.

Le implicazioni di questa sentenza hanno sollevato preoccupazioni tra i governi locali.

Luigi Altamura, il comandante della polizia locale di Verona e rappresentante dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani per la Sicurezza Stradale, ha criticato l'inazione del Ministero dei Trasporti.

Ha evidenziato che la seconda sezione civile della Corte Suprema ha ribadito la necessità di un'azione decisiva, mettendo in discussione sia il Ministero che la Procura dello Stato per la loro incapacità di fornire una soluzione tempestiva.

Altamura ha sottolineato le potenziali conseguenze per la sicurezza stradale, sostenendo la necessità di disabilitare tutti gli autovelox non approvati in tutta Italia.

Questa posizione ha significative implicazioni per l'applicazione legale e il rispetto delle direttive europee.

È importante notare che le persone possono contestare le multe inflitte da dispositivi elettronici entro 60 giorni dalla notifica se fanno ricorso al Prefetto, oppure entro 30 giorni se optano per il Giudice di Pace.

Tuttavia, coloro che hanno già pagato le loro multe non hanno il diritto di fare ricorso, e non esiste alcuna disposizione per rimborsi o ripristino dei punti sottratti.

Fino a quando la lacuna legislativa non sarà colmata, tutte le multe imposte tramite autovelox non approvati rimangono a rischio di annullamento, poiché la Corte Suprema ha dichiarato chiaramente che la legge si applica in egual modo a tutte le parti, incluso lo Stato.
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