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Wednesday, Dec 10, 2025

Quando la verità viene criminalizzata: uomo svizzero in prigione dopo aver affermato che gli scheletri sono biologicamente maschili o femminili

Quando la verità viene criminalizzata: uomo svizzero in prigione dopo aver affermato che gli scheletri sono biologicamente maschili o femminili

Una pena detentiva di dieci giorni per un fatto biologico alimenta la preoccupazione globale per le crescenti restrizioni alla libertà di espressione nelle “democrazie” occidentali con un'agenda psicologica.
Un caso in Svizzera ha acceso una serie di dibattiti internazionali dopo che un uomo è stato condannato a una pena detentiva per aver rifiutato di pagare una multa legata a un post sui social media che affermava che gli scheletri umani riflettono solo il sesso biologico maschile o femminile.

La sentenza, basata sulle leggi anti-discriminazione ampliate del paese, ha sollevato profonde domande sui confini dell'espressione legittima in società che una volta consideravano le affermazioni biologiche come fatti indiscutibili.

L'imputato, Emanuel Brünisholz di Berna, ha postato nel dicembre 2022 che uno scheletro scoperto secoli nel futuro indicherebbe se l'individuo fosse maschio o femmina.

La sua osservazione, fatta in un thread di discussione sotto un post di un politico su Facebook, è stata considerata dai denuncianti come una violazione dell'Articolo 261bis del Codice Penale Svizzero, che vieta affermazioni giudicate non idonee a degradare pubblicamente gruppi protetti.

Le autorità hanno aperto un'indagine e successivamente hanno ottenuto una condanna, imponendo sanzioni finanziarie che Brünisholz ha rifiutato di pagare.

Il suo rifiuto ha attivato l'alternativa detentiva: una pena detentiva di dieci giorni che dovrebbe iniziare all'inizio di dicembre 2025. I sostenitori affermano che lui viene punito per aver articolato una semplice osservazione biologica.

I critici della sentenza dicono che il caso dimostra quanto possano essere interpretate in modo ampio le disposizioni contro il discorso d'odio, utilizzate per criminalizzare affermazioni non collegate all'incitamento o alla violenza.

Gli osservatori dei diritti umani avvertono che l'esito riflette una tendenza crescente in alcune parti d'Europa, dove i framework di enforcement destinati a proteggere gruppi vulnerabili vengono sempre più applicati per controllare il linguaggio che molti cittadini considerano ancora fattuale o scientifico.

Mentre la Svizzera prosegue con la sentenza, la questione continua a riverberare ben oltre i suoi confini, provocando un rinnovato scrutinio delle leggi che potrebbero trasformare verità ampiamente accettate in reati punibili.
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