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Wednesday, Jan 15, 2025

Significativo calo degli arrivi di migranti in Italia mentre aumentano le deportazioni.

Significativo calo degli arrivi di migranti in Italia mentre aumentano le deportazioni.

Un calo del 58% degli sbarchi di migranti sulle coste italiane segna un punto di svolta, insieme a un aumento delle deportazioni che suggerisce un cambiamento nel panorama delle politiche migratorie.
L'Italia ha assistito a una drastica diminuzione degli arrivi di migranti tramite la rotta del Mediterraneo centrale, con una riduzione del 58% nel 2024 rispetto all'anno precedente.

Questo secondo l'ultimo rapporto statistico del Ministero dell'Interno, guidato da Matteo Piantedosi, che ha registrato 66.615 arrivi nel 2024, rispetto a oltre 157.000 nel 2023. Questa diminuzione è significativa non solo rispetto al 2023—un anno che ha visto un record storico di sbarchi di migranti—ma anche rispetto al 2022, che ha visto oltre 105.000 arrivi.

Un fattore che contribuisce a questo declino è la significativa diminuzione dei minori non accompagnati, con numeri che scendono a 8.043 nel 2024 da quasi 19.000 l'anno precedente.

Il governo italiano è fiducioso nel suo attuale approccio all'immigrazione, mettendo in evidenza l'importanza di prevenire le partenze per combattere il traffico di esseri umani e ridurre le morti in mare.

Tuttavia, nonostante la riduzione degli arrivi, il Mediterraneo rimane una traversata pericolosa, come evidenziato dall'UNICEF.

L'organizzazione ha riportato 2.279 dispersi sulla rotta del Mediterraneo nell'ultimo anno, un numero allarmante vicino ai 2.271 segnalati entro la fine del 2023. Tragicamente, i bambini rappresentano uno su cinque di queste statistiche, con un recente disastro la notte di Capodanno vicino a Lampedusa, dove oltre venti migranti sono scomparsi a seguito di un naufragio che ha lasciato solo sette sopravvissuti.

Il successo dell'Italia nel ridurre gli arrivi è attribuito alla cooperazione con i paesi del Nord Africa, in particolare Tunisia e Libia, che ha ridotto significativamente il numero di partenze—quasi del 60% dalla sola Tunisia, secondo i dati del governo.

Il Ministero dell'Interno riporta che questi paesi hanno impedito 192.500 partenze negli ultimi due anni.

Inoltre, l'Italia ha aumentato i suoi sforzi di rimpatrio, con oltre 22.000 ritorni volontari facilitati in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

A completare questi sforzi ci sono aumenti delle deportazioni dall'Italia stessa, con circa 5.400 deportazioni registrate al 25 dicembre, rappresentando un aumento del 16% rispetto all'anno precedente.

Il governo italiano è ottimista che questi numeri continueranno a diminuire come parte della strategia deterrente, che include l'istituzione di hotspot albanesi.

Questi centri, attualmente situati a Gjader e Shengjin, rimangono vuoti a causa del basso numero di arrivi nelle ultime settimane.

Tuttavia, il piano di trasferire migranti da paesi considerati 'sicuri' rimane attivo, qualora la situazione cambiasse.

Il Primo Ministro Giorgia Meloni ha recentemente difeso il protocollo albanese, definendolo una soluzione innovativa che potrebbe compromettere i profitti delle organizzazioni di traffico di esseri umani.

Questo approccio ha suscitato anche l'interesse del Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer, con il quale Meloni discute una maggiore cooperazione nel contrastare il traffico di esseri umani, promuovere la collaborazione tra le forze di polizia e potenziare i rimpatri volontari.

Mentre i cambiamenti politici e gli accordi diplomatici hanno portato a un notevole calo negli arrivi di migranti, il Mediterraneo continua a comportare rischi significativi, richiedendo una continua attenzione e collaborazione internazionale.
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