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Wednesday, Jan 15, 2025

L'ascesa illustre e la caduta tumultuosa di La Perla: una storia di lingerie di lusso italiana

L'ascesa illustre e la caduta tumultuosa di La Perla: una storia di lingerie di lusso italiana

La storia turbolenta di La Perla, dalla sua fondazione a Bologna alle sue lotte sotto la proprietà straniera.
Nel 1954, Ada Masotti, una abile corsettiera, aprì un atelier a Bologna, giustamente chiamato 'La Perla' per le sue delicate creazioni avvolte come gioielli in custodie foderate di velluto rosso.

Realizzate con tecniche di pizzo e ricamo intricate, le proposte di La Perla incarnavano esclusività e femminilità.

Quando suo figlio Alberto Masotti prese il timone negli anni '60, la fama di La Perla fiorì, segnando un'era trasformativa nel lusso della lingerie.

Sotto la guida di Alberto, con la direzione creativa della moglie Olga Cantelli e la figlia Anna nei ruoli commerciali, La Perla divenne sinonimo di alta moda, fondendo sensualità e arte.

Entro il 1995, Alberto fu onorato con il titolo di Cavaliere del Lavoro dall'allora Presidente italiano Oscar Luigi Scalfaro, e più tardi ricevette l'Oscar della Moda nel 2004, a epitomizzare l'apice di La Perla.

Tuttavia, i cambiamenti del mercato globale presto richiesero strategie di reinvenzione.

Entro la metà degli anni 2000, le dinamiche di mercato sfidanti videro il fatturato di La Perla vacillare, passando da 210 milioni di euro nel 2005 a 186 milioni nel 2006, portando alla decisione di ricorrere a investimenti esterni.

Nel 2007, gravata da 70 milioni di euro di debiti, la famiglia Masotti cedette la proprietà a JH Partners, una società con sede a San Francisco con prestigiosi sostegni istituzionali, segnando la fine di un'era per il marchio a conduzione familiare.

Le successive transizioni di proprietà hanno visto ulteriore instabilità.

Entro il 2013, l'uomo d'affari italiano Silvio Scaglia acquisì La Perla, sperando in una ripresa.

Tuttavia, entro quattro anni, pressioni finanziarie e obblighi non soddisfatti portarono alla vendita al finanziere tedesco Lars Windhorst del gruppo Tennor.

Delusione e promesse non mantenute sotto la gestione di Windhorst hanno aggravato le difficoltà del marchio, indirizzandolo verso controversie legali.

Ora i tribunali inglesi e italiani si contendono la liquidazione dell'azienda, riflettendo le complessità internazionali della crisi di La Perla.

Nonostante tenga cara la sua eredità italiana, la transizione di La Perla a una holding con sede nel Regno Unito ha complicato il suo futuro.

Il giudice Maurizio Atzori del tribunale fallimentare di Bologna affronta l'arduo compito di contrastare i liquidatori esteri per potenzialmente nazionalizzare i resti di La Perla.

L'obiettivo è la ricostruzione, sebbene si riconosca che marchi più recenti, come Victoria's Secret, hanno sostituito La Perla nella coscienza globale come simboli di lingerie di lusso.

La narrazione di La Perla sottolinea l'instabilità nell'alta moda sotto le pressioni del mercato globale e i cambiamenti di proprietà, evidenziando il delicato equilibrio di preservare l'eredità del marchio in un panorama dei consumatori in evoluzione.
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