Rome Times

The Eternal Voice of Italy
Tuesday, Feb 25, 2025

Divario di Retribuzione di Genere in Italia: gli Stipendi delle Donne sono Inferiori del 20% rispetto a Quelli degli Uomini

Divario di Retribuzione di Genere in Italia: gli Stipendi delle Donne sono Inferiori del 20% rispetto a Quelli degli Uomini

Il recente rapporto INPS evidenzia significative disparità nell'occupazione e nei salari tra i generi.
In Italia, le donne hanno un tasso di occupazione quasi 18 punti percentuali inferiore a quello degli uomini, con uno stipendio medio giornaliero circa il 20% inferiore rispetto ai loro colleghi maschi, secondo l'ultimo Rapporto di Genere dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).

Questa disparità è attribuita a diversi fattori, tra cui un'incidenza più alta di occupazione part-time tra le donne, livelli di qualifica inferiori e un accesso ridotto alle opportunità di straordinario.

Nonostante siano più istruite in media, le donne affrontano notevoli ostacoli nella carriera, con solo il 21% dei ruoli dirigenziali e il 32,4% delle posizioni di middle management occupati da donne.

Nel 2023, il tasso di occupazione femminile è al 52,5%, che è di 17,9 punti percentuali inferiore al tasso di occupazione maschile.

Inoltre, le donne hanno maggiori difficoltà a ottenere contratti a tempo indeterminato, rappresentando il 18% delle nuove assunzioni totali rispetto al 22,6% per gli uomini.

L'occupazione part-time è significativamente più prevalente tra le donne, che rappresentano il 64,4% dei lavoratori part-time.

Inoltre, il tasso di lavoro part-time involontario è tre volte più alto tra le donne rispetto agli uomini, con il 15,6% delle donne occupate che lavora part-time contro solo il 5,1% degli uomini.

Il rapporto evidenzia che in quasi tutti i settori economici esaminati, ad eccezione del settore minerario, gli uomini ricevono stipendi medi giornalieri più elevati rispetto alle donne.

In particolare, in 10 dei 18 settori analizzati, i guadagni delle donne sono superiori al 20% inferiori.

Nei settori finanziario e assicurativo, le donne guadagnano in media il 32,1% in meno, mentre nelle professioni scientifiche e tecniche il divario sale al 35,1%, e nel settore immobiliare raggiunge il 39,9%.

Lo stipendio medio giornaliero per le donne è riportato a €77,9 contro €129,7 per gli uomini, traducendosi in un divario retributivo di genere del 23,7% nel commercio e del 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione.

Questo persistente divario retributivo di genere riflette tendenze più ampie osservate in tutta Europa.

Nel settore pubblico, le disparità retributive di genere sono meno pronunciate; tuttavia, le donne che lavorano nei servizi sanitari e nelle istituzioni accademiche guadagnano in media quasi il 20% in meno rispetto ai loro colleghi maschi.

Nonostante livelli di istruzione più elevati, dove le donne superano gli uomini sia nei tassi di diplomati delle scuole superiori (52,6%) che nei gradi universitari (59,9%), questo conseguimento educativo non si traduce in una maggiore rappresentanza nelle posizioni apicali.

Circa il 29,4% delle donne occupate sono considerate sovraqualificate per i loro ruoli, rispetto al 25,4% degli uomini, con questa cifra che supera il 40% tra le donne di età compresa tra 25 e 34 anni.

In risposta a queste scoperte, un portavoce della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) ha criticato la diffusione della discriminazione di genere nel mercato del lavoro, attribuendo parte del problema alle recenti politiche governative che hanno aggravato le problematiche esistenti.

Il portavoce ha indicato che, nonostante le maggiori qualifiche delle donne, esse continuano a guadagnare meno, a lavorare meno ore e a fronteggiare significativi ostacoli per la carriera.

Molte donne non ricevono contratti a tempo indeterminato e le loro competenze e capacità sono spesso sottovalutate.

I pregiudizi culturali rimangono una sfida fondamentale che richiede cambiamenti di policy completi e sistematici piuttosto che misure temporanee.

Il rapporto sottolinea anche che le donne sopportano il peso delle responsabilità di cura.

Nel 2023, le donne hanno utilizzato 14,4 milioni di giorni di congedo parentale, rispetto ai soli 2,1 milioni utilizzati dagli uomini.

La disponibilità di asili nido è ritenuta insufficiente, con solo alcune regioni, tra cui Umbria, Emilia Romagna e Valle d'Aosta, che raggiungono o si avvicinano all'obiettivo di 45 posti in asilo nido ogni 100 bambini di età compresa tra 0 e 2 anni.
AI Disclaimer: An advanced artificial intelligence (AI) system generated the content of this page on its own. This innovative technology conducts extensive research from a variety of reliable sources, performs rigorous fact-checking and verification, cleans up and balances biased or manipulated content, and presents a minimal factual summary that is just enough yet essential for you to function as an informed and educated citizen. Please keep in mind, however, that this system is an evolving technology, and as a result, the article may contain accidental inaccuracies or errors. We urge you to help us improve our site by reporting any inaccuracies you find using the "Contact Us" link at the bottom of this page. Your helpful feedback helps us improve our system and deliver more precise content. When you find an article of interest here, please look for the full and extensive coverage of this topic in traditional news sources, as they are written by professional journalists that we try to support, not replace. We appreciate your understanding and assistance.
Newsletter

Related Articles

Rome Times
×