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Wednesday, May 14, 2025

La Calabria ritira lo status di parte civile nel caso del naufragio di Cutro in mezzo a tensioni politiche.

La Calabria ritira lo status di parte civile nel caso del naufragio di Cutro in mezzo a tensioni politiche.

La regione Calabria ritira il suo status di parte civile contro i militari coinvolti in un naufragio che ha causato 98 vittime.
La regione Calabria ha ritirato la sua decisione di partecipare come parte civile nel procedimento contro quattro ufficiali della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera, accusati di essere responsabili del naufragio di Cutro avvenuto il 24 febbraio 2023. Questo tragico incidente ha provocato la morte di 98 persone, tra cui 35 bambini.

In una dichiarazione ufficiale, le autorità regionali hanno definito il primo provvedimento di unirsi alla causa come un errore, chiarendo che l'intento era quello di invocare giustizia contro i trafficanti responsabili della tragedia, piuttosto che contro i funzionari statali.

A seguito dell'udienza preliminare condotta dalla giudice Elisa Marchetto all'inizio di questa settimana, i funzionari regionali hanno adottato misure per emendare la loro precedente decisione di unirsi al processo civile, emessa lunedì.

Questo precedente impegno ad agire come parte civile aveva suscitato significative critiche dai sindacati che rappresentano la Guardia di Finanza e la Marina.

Ci sono indicazioni che l'influenza politica possa aver giocato un ruolo nel ritiro, con suggerimenti che Matteo Salvini, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbia comunicato direttamente con il Presidente della Calabria Roberto Occhiuto riguardo alla questione.

Il dietrofront delle autorità regionali ha suscitato forti reazioni dal Partito Democratico (PD) e da varie associazioni.

Il PD ha criticato il Presidente Occhiuto, sostenendo che ha ceduto alle pressioni di Salvini, minando così la giustizia e la dignità istituzionale della Calabria.

Lo hanno accusato di voltare le spalle ai 94 vittimi del naufragio di Cutro e di danneggiare la reputazione della regione privilegiando l'alleanza politica rispetto al coraggio morale.

La Rete 26 Febbraio, un'organizzazione formata in seguito al naufragio, ha descritto l'azione del governo regionale come sintomo di gravi carenze amministrative, definendola sia una concessione politica che morale al potere centrale e un tradimento delle istituzioni nei confronti delle vittime.

Un totale di 113 richieste di unirsi come parti civili sono state presentate durante le procedure preliminari, prevalentemente da familiari delle vittime e sopravvissuti alla tragedia, così come da varie organizzazioni, tra cui Arci, Codacons Crotone e ONG umanitarie come Emergency, SOS Humanity, Sea Watch, Luis Michel e SOS Mediterranee Italia.

Il tribunale è programmato per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio degli imputati il 9 giugno. I sei funzionari accusati—Giuseppe Grillo, Alberto Lippolis, Antonino LoPresti, Nicolino Vardaro, Francesca Perfido e Nicola Nania—affrontano accuse di omicidio colposo e naufragio colposo, relative ai presunti ritardi nelle operazioni di salvataggio per l'imbarcazione 'Summer Love'.
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