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Monday, Apr 07, 2025

L'Italia affronta una crescente solitudine tra la popolazione anziana.

L'Italia affronta una crescente solitudine tra la popolazione anziana.

Il Presidente dell'ISTAT avverte dell'aumento del numero di anziani che vivono da soli, esortando ad agire per affrontare le sfide demografiche.
Francesco Maria Chelli, Presidente dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), ha evidenziato un urgente problema demografico in Italia, facendo notare il rapido aumento delle famiglie unipersonali tra gli anziani.

Le statistiche attuali indicano che il 10,8% delle famiglie italiane, circa 2,8 milioni, è composto da individui di età pari o superiore a 75 anni, una cifra che si prevede aumenterà al 15% entro il 2043, interessando oltre 4,1 milioni di famiglie.

Il rapporto indica che le famiglie unipersonali ora costituiscono il 36,2% di tutte le famiglie in Italia, un aumento significativo rispetto al 9% di un secolo fa.

Questa tendenza è particolarmente preoccupante per gli anziani, poiché Chelli sottolinea che molti di questi individui più anziani vivono da soli non per scelta, ma a causa di circostanze quali la vedovanza o la presenza di figli lontani o incapaci di fornire assistenza.

Chelli ha osservato che tra la popolazione over 75, circa il 73% è vedovo, con le donne che affrontano maggiori difficoltà a causa della loro maggiore aspettativa di vita.

Ha commentato le implicazioni di questo cambiamento: molti anziani necessitano di assistenza che spesso viene fornita dai loro figli adulti, che stanno invecchiando anch'essi.

Per affrontare queste sfide, Chelli sostiene politiche volte ad aumentare il tasso di natalità e moderare l'immigrazione.

Descrive questo approccio duale come cruciale per rivitalizzare la forza lavoro e stabilizzare le tendenze demografiche in Italia.

Una tendenza allarmante si è manifestata nell'ultimo decennio, con un'emigrazione di giovani italiani pari a 352.000, mentre solo 104.000 sono tornati, contribuendo ulteriormente al disequilibrio demografico del paese.

Le ultime stime suggeriscono che la popolazione residente in Italia è scesa sotto i 59 milioni e potrebbe diminuire fino a 13 milioni entro il 2080 se le attuali tendenze continuano.

Sebbene i dati sull'occupazione stiano aumentando, la forza lavoro in invecchiamento presenta significative sfide economiche.

Attualmente, oltre 10 milioni dei 24,3 milioni di lavoratori italiani hanno 50 anni o più.

Il mercato del lavoro riflette un calo dei lavoratori più giovani, con 2 milioni in meno sotto i 34 anni negli ultimi due decenni.

Questo cambiamento demografico ha portato a una maggiore considerazione di potenziali aggiustamenti all'età pensionabile, allineandola all'aspettativa di vita.

Tuttavia, Chelli nota che non tutti i lavori presentano oneri uguali, complicando qualsiasi risoluzione semplice.

Inoltre, l'economia del paese sta affrontando crescenti disuguaglianze e stagnazione del potere d'acquisto, nonostante i recenti miglioramenti legati a contratti rinnovati.

La complessità della situazione richiede interventi politici sfumati, particolarmente alla luce delle vulnerabilità affrontate da alcuni settori che dipendono fortemente dalle esportazioni, significativamente colpiti dalle fluttuazioni nelle dinamiche del commercio internazionale, comprese le tariffe imposte dagli Stati Uniti.

Le osservazioni di Chelli sottolineano l'urgenza per l'Italia di ripensare le proprie politiche demografiche in mezzo a cambiamenti significativi nella sua struttura popolazionale e nel mercato del lavoro, mirando a prevenire le insidie socio-economiche associate a una popolazione sempre più anziana che vive in solitudine.
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