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Tuesday, Apr 08, 2025

I produttori di vino italiani affrontano le sfide tariffarie al Vinitaly 2023

I produttori di vino italiani affrontano le sfide tariffarie al Vinitaly 2023

Vinitaly 2023 a Verona mette in evidenza le preoccupazioni riguardo ai dazi statunitensi mentre i produttori di vino italiani cercano nuovi mercati e strategie.
La 57ª edizione di Vinitaly, la più grande fiera del vino d'Europa, è iniziata a Verona, riunendo i principali attori del settore da tutto il mondo per discutere del futuro delle esportazioni vinicole italiane di fronte a dinamiche commerciali sfidanti.

L'ambiente è segnato dall'incertezza, con preoccupazioni riguardanti potenziali dazi sui vini italiani imposti dagli Stati Uniti.

I leader del settore esprimono sia apprensione sia determinazione ad adattare strategie che potrebbero mitigare l'impatto di queste misure.

Adolfo Rebughini, Direttore Generale di Veronafiere, ha notato la presenza di circa 3.000 acquirenti americani, tra cui 120 distributori di alto profilo, all'expo.

Ha sottolineato l'importanza del dialogo tra i produttori italiani e gli importatori statunitensi per navigare nella geografia in evoluzione dell'esportazione di vino.

L'evento di tre giorni, che si svolge dal 6 al 9 aprile, mira a facilitare le negoziazioni e rafforzare i legami tra acquirenti americani e rappresentanti delle cantine italiane.

Il tema del dialogo ha risuonato durante tutto l'evento, con enfasi sulla necessità di un coinvolgimento collaborativo tra tutti i settori dell'industria vinicola.

Alessio Planeta, CEO di Planeta Winery, ha evidenziato l'importanza di un processo di negoziazione tranquillo che possa portare a interessi comuni e collaborazione produttiva lungo l'intera catena di approvvigionamento.

Ha sostenuto un approccio cooperativo che incoraggi gli attori del settore a rinunciare a porzioni dei loro margini di profitto a beneficio collettivo.

Francesco Mazzei, CEO di Marchesi Mazzei e Presidente del Consorzio Maremma Toscana, ha riconosciuto la minaccia imminente di dazi sostanziali, che ha descritto come dannosi per la competitività dei vini italiani nel mercato statunitense.

Ha suggerito che, sebbene le attuali discussioni sui dazi siano sfidanti, rimane un'opportunità per diversificare i mercati al di là degli Stati Uniti.

In Sicilia, dove il Nord America rappresenta un mercato d'esportazione significativo, il sentimento tra i produttori varia, ma tende all'ottimismo.

Mariangela Cambria, Presidente di Assovini Sicilia, ha sottolineato il fascino dei vini siciliani nel mercato americano e l'importanza di stabilire l'enoturismo come strategia per aumentare la visibilità dei vini siciliani all'estero.

Antonio Rallo, Presidente del Consorzio Sicilia DOC, ha ribadito che i consumatori americani continueranno probabilmente ad apprezzare i vini siciliani nonostante potenziali interruzioni commerciali.

Come parte della loro strategia, i produttori vinicoli siciliani stanno cercando di espandere la propria portata in paesi come Canada e Regno Unito, potenzialmente compensando le perdite dal mercato statunitense.

Il governo regionale, rappresentato dal Presidente Renato Schifani, ha espresso il proprio impegno a supportare il settore vinicolo attraverso iniziative progettate per alleviare le pressioni legate ai dazi.

L'impatto dei dazi, in particolare su segmenti di prezzo popolari rispetto ai vini premium, è una preoccupazione prevalente tra i produttori.

Ad esempio, i vini della regione dell'Etna si trovano in un momento critico; mentre guadagnano riconoscimento internazionale, rischiano di perdere slancio a causa di aumenti di prezzo legati ai dazi.

Francesco Cambria, Presidente del Consorzio di Tutela dell'Etna DOC, ha sottolineato l'importanza del supporto istituzionale per mantenere la posizione competitiva nei mercati globali.

Inoltre, crescono le preoccupazioni riguardo al potenziale spostamento dei vini tra le fasce di prezzo a causa dell'aumento dei costi.

Secondo l'Osservatorio UIV, il prezzo medio di esportazione del vino italiano negli Stati Uniti è attualmente di 5,35 euro al litro, con una parte significativa dei vini economici prezzi inferiori alla soglia che consentirebbe loro di rimanere competitivi se i dazi aumentano.

Alessandro Nicodemi, Presidente del Consorzio Vini d'Abruzzo, ha avvertito che ulteriori dazi potrebbero spostare vini popolari nella categoria premium, che potrebbe non avere la capacità di assorbire l'afflusso da fasce inferiori, compromettendo potenzialmente la loro viabilità sul mercato.
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